C’era un periodo dell’anno in cui succedeva più o meno così: io mi mettevo sulla sedia a dondolo e mangiavo panettone mentre la mia nonna bis mi raccontava di Babbo Natale e dei suoi elfi e il panettone non era mai abbastanza e nessuno mi diceva mai niente, perché si sa, per le nonne mangiamo sempre troppo poco. Ancora oggi è un dolce che mi accompagna nelle domeniche uggiose che precedono le feste a cui, anche volendo, non riuscirei a rinunciare.

Ma quando nasce il panettone e da dove ha origine il suo nome?

Secondo la prima leggenda il creatore del primo panettone fu Ughetto, figlio di Giacomo Atellani (il cui palazzo, dono del Moro, si trovava vicino alla chiesa delle Grazie). Il giovane era innamorato di Adalgisa, figlia di un vicino fornaio. Date le umili condizioni della famiglia della giovane, gli Atellani osteggiarono le nozze. Inoltre gli affari del fornaio non andavano molto bene. Per risollevare la situazione, Ughetto, si fece assumere come garzone dal fornaio e pensò di migliorare il pane aggiungendo burro e zucchero. Fu un successo. Non solo: durante una seconda preparazione aggiunse anche pezzetti di cedro candito e uova, la nuova ricetta riscosse ancora più successo, tanto che tutto il borgo faceva la coda alla porta del fornaio per avere quel dolce. Infine i due giovani – come accade nelle favole – si sposarono e vissero felici e contenti.

La leggenda del «Pan de’ Toni», invece, è legata alla corte di Ludovico il Moro. Il cuoco di corte fu incaricato di preparare un sontuoso pranzo di Natale a cui erano stati invitati molti nobili del circondario, ma il dolce, dimenticato nel forno, quasi si carbonizzò. Vista la disperazione del cuoco, Toni, un piccolo sguattero, propose di realizzare un dolce con quanto rimasto: farina, burro,uova, scorza di cedro e uvetta. Il cuoco acconsentì e una volta pronto lo portò in tavola. Ludovico e i suoi ospiti furono entisiasti di e vollero conoscere il nome di quella prelibatezza, così il cuoco rivelò il segreto «L’è ‘lo pan del Toni».

La terza leggenda, invece, narra di un convento di giovani suore alle quali si prospettava un triste e povero Natale. Una di loro, suor Ughetta, pensò allora di aggiungere zucchero, uova, burro e pezzi di cedro all’imposto del pane. Infine tracciò con il coltello una croce sulla crosta che, cuocendo e indorandosi, formò vistosi rilievi, tuttora tipici dei panettoni più tradizionali.

VALORI NUTRIZIONALI per 100g
  • ENERGIA = 333
  • CARBOIDRATI = 56.2
  • Di cui zuccheri = 22.9
  • LIPIDI TOTALI = 10.7
  • PEOTEINE = 6.4
TIPS
  • Se possibile preferiamo un PANETTONE ARTIGIANALE che sarà preparato con ingredienti selezionati all’origine, in questo caso maggior costo diventa sinonimo di maggior qualità e cura.
  • NO ai PANETTONI FARCITI che avranno un contenuto calorico superiore e un più alto quantitativo di zuccheri semplici e lipidi.
  • SI al panettone per colazione al posto di biscotti o cereali accompagnato con una tazza di te o caffe – preferibilmente NON zuccherati

Cercando sul web mi sono imbattuta in una ricetta di Marco Bianchi, la riporto qua sotto per i più temerari e per chi a casa volesse disporre di una versione “light” – 230 calorie per 100g – ma, mi auguro, altrettanto gustosa.

Ingredienti: 15 g di lievito di birra, 250 ml di latte di soia, 300 g di farina di tipo 1, 100 g di farina di farina di farro, 80 g di zucchero di canna, 50 g di olio di semi di mais, 1 arancia, 1 limone, 180 g di uvetta, 200 ml di succo di mela.

Preparazione: stemperiamo il lievito di birra nel latte di soia. In un’altra ciotola mettiamo le farine e mescoliamo con lo zucchero; aggiungiamo poi il latte di soia e metà dell’olio di mais. Lavoriamo l’impasto e quando risulta omogeneo e compatto gli diamo la forma di una palla. Facciamo lievitare 2 ore in una ciotola coperto con un canovaccio in un luogo caldo; perfetto anche vicino ad un termosifone. Grattugiamo la scorza di un’arancia e quella di un limone. Facciamo ammorbidire l’uvetta nel succo di mela. A lievitazione avvenuta aggiungiamo all’impasto le scorze, l’uvetta, l’olio rimasto. Impastiamo e facciamo lievitare altre 2 ore. Disponiamo il panetto nello stampo di carta da panettone, incidiamo la superficie con il coltello e mettiamo in forno 1 ora a 180° C. Il consiglio di Marco Bianchi è di inserire nel forno in cottura un pentolino con un po’ di acqua per creare l’umidità.


A cura della Dott.ssa Sarah Grossoni

SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO

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