Nella nostra epoca molte persone, pur non presentando una vera e propria malattia, lamentano disturbi psicofisici che tendono a cronicizzarsi aumentando il livello di stress e nervosismo quotidiano, portando molti a ricercare la soluzione ai sintomi ansiosi nella farmacologia.

La psicologia ha sempre studiato – e negli ultimi anni approfondito – il forte legame tra mente e corpo. Secondo il concetto bionomico le componenti fisico-biologiche e psichiche sono infatti interdipendenti; ciò significa che un cambiamento a livello fisico implica inevitabili modifiche anche a livello psicologico. Allo stesso modo l’individuo trasforma la propria sofferenza psichica in organica così da manifestare all’esterno il proprio disagio, attraverso la somatizzazione che si esprimerà attraverso un indebolimento di uno o più organi. Così è possibile sperimentare sintomi fisici come:

  • tensioni muscolari
  • dolori cervicali
  • lombalgie
  • insonnia
  • cefalea
  • attacchi di panico
  • crisi d’ansia
  • ipertensione arteriosa

Esistono diverse tecniche per diventare consapevoli e lavorare sulle tensioni, sullo stress e sui sintomi ansiosi: le principali utilizzate nell’ambito psicologico sono il training autogeno e la mindfulness.

Training autugeno

Il training autogeno è un percorso guidato, ideato da J.H.Schultz, per prendere contatto con il proprio corpo attraverso l’utilizzo di immagini, parole e suoni.

Mettendo in comunicazione mente e corpo questa tecnica aiuta la persona a riconoscere i segnali dell’ansia e progressivamente a sciogliere i nodi a livello somatico. Ciò è possibile attraverso una serie di esercizi guidati che conducono al raggiungimento di uno stato di rilassamento globale, una particolare condizione di “stato di veglia” in cui ci si sente piacevolmente distesi e rilassati senza arrivare però al sonno.

Il training autogeno è composto da esercizi che prevedono l’esperienza della pesantezza e del calore, la regolarizzazione del battito cardiaco e del ritmo respiratorio, l’esercizio del plesso solare e quello della fronte fresca. Gradualmente la persona sarà in grado di raggiungere in autonomia l’autodistensione psichica e somatica.

MINDFULNESS

La cultura occidentale è massimamente orientata al fare (doing mode) ed attribuisce grande rilevanza all’attività della mente, al pensiero ed in particolare al pensiero progettuale (thinking of doing). Ciò espone l’uomo a una grande quantità di stressor ambientali che modificano la percezione del tempo, incalzante e frenetico, ed allontanano la mente dal corpo fino a giungere ad un’incapacità di ascoltare i propri sensi. La Mindfulness, le cui origini risalgono alla tradizione buddista, è una via attraverso la quale riappropiarsi dei sensi, scoprirne di nuovi e tornare alla modalità dell’essere (being mode) che attraverso la focalizzazione dell’attenzione raggiunge la consapevolezza nel momento presente.
La modulazione dell’attenzione non è qui intesa come “fare attenzione”, ossia come allerta cognitiva, ma come “essere attenti” come modo di essere che permette di insegnare a se stessi a sentire, osservare e ascoltare nel silenzio.
Per giungere a tale livello di consapevolezza la Mindfulness prevede un esercizio quotidiano di presenza che inizia nella maggior parte dei casi con la consapevolezza del respiro. Esso è alla base della nostra sopravvivenza: è automatico poichè avviato dalle strutture profonde del tronco encefalico e subisce l’influenza degli stati emotivi.

Attraverso la modulazione dell’attenzione si torna ad essere consapevoli del respiro e dei propri reali bisogni; essere consapevoli significa raggiungere una personalità matura, capace di affrontare un processo di auto-critica al fine di diventare coscienti delle proprie emozioni e non agire sulla base di proiezioni, paure o condizionamenti.

Prestare attenzione al momento presente in modo intenzionale ha come meta il “non giudizio“, l’allontanamento dalle reazioni valutative e reattive che si è abituati a mettere in atto, per raggiungere uno stato di contemplazione di ciò che è presente senza che esso debba essere valutato come positivo o negativo.

Altre tecniche

Visualizzazione

Anche l’utilizzo di tecniche di visualizzazione guidata può essere utile al raggiungimento di uno stato di rilassamento. Inoltre tramite le immagini è possibile guidare la persona verso l’elaborazione di alcuni blocchi e la comprensione del Sè. La meditazione e/o la visualizzazione, può essere associata anche a tecniche di respirazione per la gestione degli stati d’ansia e i sintomi dell’attacco di panico.

Komyo Reiki

Il Reiki è un’antica tecnica giapponese che, attraverso l’uso delle mani, ristabilisce il corretto equilibrio energetico all’interno del corpo del ricevente. I trattamenti Reiki aiutano a raggiungere un profondo stato di rilassamento favorendo lo scioglimento dei blocchi psico-fisici. Il Reiki, se intrapreso come percorso di crescita personale, aiuta a diventare consapevoli della propria vita e del momento presente guidandoci verso la riscoperta di noi stessi e del nostro corpo.

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