Sotto le feste di Natale crescono le buone intenzioni, facciamo promesse, avanziamo propositi per il nuovo anno. Di qualsiasi cosa si tratti, il tema principale è “essere più buoni”. E’ in questo periodo dell’anno allora che molti si chiedono in che modo possono rendersi utili per fare felice il prossimo. Il 2019 è un buon anno per iniziare a svolgere un’attività di volontariato, ma prima di lanciarsi in un’impresa tanto impegnativa è il caso di chiederci per quale motivo vogliamo farlo.

Innanzitutto chiariamo che ogni persona è spinta da un “motivo“, ossia un proposito costante e ricorrente che la porta a vedere il mondo secondo un certo punto di vista. Per far sì che la persona agisca sulla base di questo motivo, è necessario che si crei anche una “motivazione“, ossia un’obiettivo da raggiungere. Nel caso del volontariato quindi non basterà la propensione ad amare il prossimo, ma sarà necessaria anche l’occasione giusta per rendersi utile.

Il puro e semplice altruismo esiste davvero?

Molto spesso ci si chiede se l’altruismo esista oppure se esso nasconda sempre un doppio fine. Spesso chi fa volontariato dichiara di sentire una forte energia e di sentirsi meglio quando fa del bene, non è forse questa una forma di egoismo? Ebbene, secondo le ricerche chi ammette che il proprio agire sociale è motivato da spinte sia altruistiche che egoistiche, avrebbe una visione più realistica della propria condizione di volontario.

Alla base del comportamento prosociale vi sono infatti motivazioni pluralistiche: dimensioni biologiche e culturali, personali e situazionali, affettive ed emotive.


Vediamo ora quali sono alcune delle motivazioni che spingono le persone a dedicarsi gratuitamente al prossimo, giudicherete voi quali siano le più altruistiche:

• Espansione della rete sociale

Chi è spinto da questa motivazione sente il bisogno di far parte di un gruppo, di conoscere persone nuove e trovare nuovi stimoli. Spesso il proprio lavoro è poco gratificante dal punto di vista umano, per questo un’attività di volontariato può offrire una nuova e vitale rete sociale all’interno della quale condividere esperienze positive.

• Interesse per la sicurezza della comunità

Molte persone scelgono di diventare volontari perché spinti da un grande senso del dovere nei confronti della società. In questo caso è proprio l’altruismo a guidare l’azione, con lo scopo di migliorare il proprio ambiente e aumentare le possibilità di benessere per l’intera comunità.

• Avanzamento di carriera

Per molti, specialmente per gli studenti ed i giovani, l’attività di volontariato può essere un modo per entrare nel mondo del lavoro. Esso può rappresentare uno step intermedio per entrare a far parte di un’organizzazione e aumentare le proprie possibilità di operare in quel campo come professionista in futuro.

• Acquisizione di competenze

Essere volontari non significa improvvisarsi. Chi decide di intraprendere questo percorso deve essere consapevole che i volontari, di qualsiasi organizzazione facciano parte, devono necessariamente frequentare corsi di formazione  e di aggiornamento. E’ fondamentale infatti avere le conoscenze adeguate e sviluppare le giuste competenze per operare in ambiti spesso molto complessi. Alcune persone potrebbero decidere di diventare volontari proprio spinti dalla voglia di apprendere nuovi contenuti e sviluppare capacità in un dato ambito.

• Ritorno di immagine

Al giorno d’oggi non è da escludere che ci si dedichi al bene altrui anche al fine di apparire. A volte è difficile capire quanto il condividere sui social sia legato al tentativo di promuovere l’associazione presso cui si opera e migliorarne la visibilità piuttosto che all’allettante possibilità di esibire la divisa.

• Conoscenza del fenomeno e della problematica

Chi è spinto da questo tipo di motivazione, trova nella pratica una buona occasione di conoscere un fenomeno. E’ la spinta motivazionale tipica di chi ama l’apprendimento e non si accontenta di conoscere una tematica da un servizio del telegiornale.

• Protezione e accrescimento dell’Io

Non si può nascondere che fare del bene a volte sia semplicemente un modo per espiare i propri sensi di colpa, riscattarsi dagli errori del passato e rimediare al male fatto ad altri. Aiutare il prossimo è il modo migliore per sentirsi bene e costruire un’immagine di sè socialmente utile.

Sono quindi numerose ed interconnesse le motivazioni che spingono una persona a fare del bene. Come si è visto ben poche possono dirsi puramente altruistiche, ma non per queste vanno biasimate. Nel prendere la decisione di diventare volontari, chiedetevi dunque perchè lo state facendo e non abbiate paura di scoprire che lo fate per varie ragioni.


A cura di:

Dott.ssa Martina Varalli

Riferimenti bibliografici:

Batson C.D., (1998). Altruism and prosocial behaviour.

Sbattella F., Tettamanzi M.,  (2013). Fondamenti di psicologia dell’emergenza.

Sbattella F., (2009). Manuale di psicologia dell’emergenza.

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