Durante la vita di tutti i giorni il nostro cervello processa milioni di informazioni, secondo alcuni studi l’essere umano sarebbe in grado di percepire tra 1 e 18 stimoli per secondo e questo ci permette di capire fino a tre conversazioni alla volta.
Ciò che ci consente di gestire tali informazioni è l’attenzione e la nostra capacità di indirizzarla verso gli stimoli più utili. Lo studioso Mihaily chiama l’attenzione “energia psichica” e sostiene che quando le informazioni sono in disordine provocano malessere e conflitto interiore. Questo si può verificare quando la mente è affollata da pensieri contrastanti oppure quando l’ambiente esterno offre stimoli eccessivi. Al contrario quando la coscienza trova ordine e l’attenzione è focalizzata in un unico compito si crea uno stato di flusso, anche detto “stato di flow“, la sensazione di essere dentro ad una corrente, di cavalcare l’onda.
Questo effetto è stato molto studiato dagli psicologi positivi in quanto è considerato come esperienza di pieno coinvolgimento che induce piacere.
Tutte le attività possono farci entrare in questo stato di flusso?
No! Devono avere determinate caratteristiche:
- L’obiettivo dell’attività è realistico
- L’attenzione è focalizzata esclusivamente sull’attività
- Le mete sono chiare
- Il feedback è immediato
- La mente è libera da altre preoccupazioni
- Nasce una sensazione di forte controllo rispetto al compito
- L’egocentrismo e la percezione della propria personalità scompaiono
- La percezione del tempo è alterata
Lo stato di flusso quindi è quello stato di completo coinvolgimento che ci fa immergere per ore in un’attività senza accorgerci del tempo che passa. Siamo così concentrati sull’obiettivo che non pensiamo ad altro. Siamo presi dalla sensazione positiva di padroneggiare perfettamente i materiali e gli strumenti di cui disponiamo perché riceviamo un feedback immediato che ci fa dire “lo sto facendo bene!”. Ci sentiamo quasi euforici e accantoniamo le altre attività.
Molti di voi possono essersi riconosciuti in questa descrizione magari durante la lettura di un libro, le pulizie di primavera o la realizzazione di un progetto importante. Si è fatta sera, un amico ha bussato alla porta e vi chiede se siete pronti ad uscire, ma voi siete ancora in pigiama, spettinati e impegnati ad appuntare le nuove idee su una lavagna.
Ma da cosa dipende questo particolare stato della coscienza che non è così semplice da ricreare?
La risposta sta nella perfetta combinazione di due elementi, il primo che dipende dall’ambiente esterno e il secondo da quello interiore: sfide e abilità. L’ambiente ci propone ogni giorno delle sfide di differente grado di difficoltà. Quando la richiesta è quotidiana (ad es.sopravvivere ad una giornata in ufficio con gli stessi compiti ogni giorno) la sfida è bassa e suscita la reazione di noia. Quando l’ambiente ci propone invece nuovi obiettivi la nostra mente si attiva per trovare nuove soluzioni. Se la sfida è eccessiva ecco invece che subentra l’ansia.
Da cosa dipende la nostra reazione di noia, attivazione oppure di ansia? Non solo dalle caratteristiche della sfida ambientale, ma anche dalle nostre capacità di farvi fronte, ossia le nostre potenzialità. Un neolaureato ricco di competenze fresche di università si sentirà demotivato se il datore di lavoro gli chiederà di fare fotocopie tutto il giorno, ma allo stesso tempo andrà in ansia se gli verrà chiesto di vedere da solo un cliente per la prima volta. Nel primo caso la richiesta non gli consente di sfruttare le sue competenze, nel secondo invece gli fanno temere di non essere sufficientemente formato per affrontare il compito.
La combo perfetta sta nell’affrontare una sfida stimolante e nuova per la quale ci sentiamo capaci e motivati: questa è la ricetta per raggiungere lo stato di flow.
Cosa posso consigliarvi allora se non di andare alla ricerca di compiti che vi valorizzino, che sappiano sollecitare la vostra curiosità e creatività e che una volta conclusi vi facciano dire “wow, ma che ore sono?”
A cura di:
Dott.ssa Martina Varalli – Psicologa
Riferimenti bibliografici:
Csikszentmihalyi, (2011). Fluir: una psicologia de la felicidad.
IEPP, (2019). Corso Esperto in Psicologia Positiva. Valori, potenzialità e Flow.