Dove sta scritto che per essere una coppia “normale” (che poi, chi può dettare i parametri di normalità delle coppie?) Bisogna frequentarsi per un certo numero di giorni in un mese, bisogna trascorrere le vacanze insieme, bisogna condividere le stesse amicizie e sposarsi o avere figli entro una certa fascia d’età?
Il fidanzamento è quella fase delicata in cui due perfetti sconosciuti, sì, sconosciuti anche se prima di fidanzarsi erano amici da anni, provano una simpatia reciproca e decidono di intraprendere un cammino di vita insieme.
Stiamo parlando di due persone che sono diverse tra di loro (del resto tutti siamo diversi) e che, proprio per questa diversità, nella loro unione creano un’unicità assoluta ed irripetibile. Due diversi che creano una coppia che per definizione sarà diversa da tutte le altre.
Spesso, per cultura e perché parlare delle altre persone sembra essere sempre più facile rispetto al parlare di noi stessi, è facile esprimere giudizi negativi su un’altra coppia:” si vedono poco, fanno tutto insieme, lui trascura lei, lei lo perdona sempre…” per poi terminare il pensiero (probabilmente per salvaguardare la nostra coscienza) con un:”se loro sono felici così, contenti loro.”
Secondo alcuni studi condotti in psicologia, parlare male delle altre persone spesso ci fa sentire più sollevati e meno timorosi di commettere a nostra volta alcuni “sbagli” all’interno della relazione d’amore che potrebbero portare ad incomprensioni con il nostro partner. Il brutto però, è che le persone vittime del nostro giudizio possono soffrirne, complice anche il fatto che si può trattare di persone già di per sè fragili.
Spesso, a mio parere, la relazione d’amore viene eccessivamente sopravvalutata (complici film e cartoni animati) portando a considerarci non come individui che decidono consapevolmente di percorrere parte del loro cammino di vita insieme ad un’altra persona ma in tutto e per tutto un’unità: l’individuo viene annullato completamente nel binomio fidanzati, per questo motivo, subire giudizi negativi o una delusione d’amore diventa ancora più doloroso perché lo consideriamo come una minaccia a noi in prima persona e alle decisioni che abbiamo preso.
In una relazione d’amore non c’è un giusto o uno sbagliato, se le due persone sono così mature da aver intrapreso un simile cammino, non hanno bisogno del giudizio altrui, sia esso positivo o negativo e se la storia ha alcuni presupposti per cui non potrebbe continuare (spesso i giudizi degli amici sono finalizzati al “far aprire gli occhi all’innamorato” sugli elementi negativi di quella relazione)non è certo un giudizio che potrebbe cambiare le cose. Poniamo il caso che la persona viene avvisata di come sta andando (male) la sua relazione, ma nonostante ciò decide comunque di portarla avanti ed essa termina tragicamente qualche anno dopo; anche questa fine tragica sarà sicuramente d’aiuto a quella persona per imparare qualcosa di nuovo sulle relazioni e su ciò che sta cercando in una relazione. Al contrario, se la persona viene avvisata da amici o parenti della tragicità della sua relazione ma in realtà essa continua tutta la vita, allora quel giudizio non sarà servito a nulla, se non a portare il diretto interessato a sentirsi più insicuro del suo partner.
Per concludere, spesso i giudizi sono considerati da chi li esprime a fin di bene, tuttavia raramente è così, per questo, dobbiamo fare attenzione come e quando li esprimiamo.
A cura di Dott.ssa Ilaria Caravati
Bibliografia di riferimento:
Maria Vittoria Sanese, Perché ti amo, Marietti, 2006.