Il sonno dei neonati è sempre stato un tema molto dibattuto, sia dalle mamme che da educatori e pediatri: spesso ci si chiede come fare per abituare il bambino a dormire lontano da noi e al di fuori del lettone e come fare per ridurre il più possibile il quantitativo di volte in cui il bambino si sveglia durante la notte. Cerchiamo di parlarne nelle righe che seguono.

Nelle settimane immediatamente successive alla nascita, il bambino vive in una condizione simbiotica con la madre: il piccolo trascorre gran parte del giorno dormendo e durante la notte si sveglia molte volte per mangiare. È fondamentale, solamente in questa fase di vita, che il neonato dorma vicino alla madre, a causa di questo suo bisogno di contatto e per facilitare l’allattamento notturno. Il piccolo deve dormire vicino alla madre ma mai nel letto coniugale con altre persone, per evitare rischi di schiacciamento involontario da parte degli adulti durante il sonno.

Con la crescita, a partire dai cinque/sei mesi, spesso diventa più difficile allontanarsi dal bambino: ha sviluppato un attaccamento consapevole nei confronti dei propri genitori, ora li riconosce e li cerca, anche di notte.

Si tratta di un periodo difficile dovuto anche allo svezzamento in corso che porta a non pochi cambiamenti nella vita del bambino. In questo periodo i bambini possono svegliarsi fino a due o tre volte per notte per cercare attenzioni e contatto da parte dei genitori. É importante, durante questa fase, che gli adulti non cedano mai alla tentazione di portare il bambino nel lettone per tre motivi fondamentali:

  • Il primo, di cui ho già parlato più sopra, relativo al rischio di soffocamento;
  • In secondo luogo, perché il cedere porterebbe ad un annullamento dei progressi compiuti fino a quel momento. Se dovessimo permettere al bambino di dormire con noi, le volte successive si sentirà in diritto di fare capricci per evitare di dormire da solo;
  • Da ultimo, ma non meno importante, assecondare il bambino nella richiesta di dormire insieme a noi contribuirebbe a porre in secondo piano la relazione coniugale, già fragile, affaticata e meno intima a causa della nascita del bambino.

Non è facile essere così ligi a questo compito, è per questo motivo che durante questa fase è d’obbligo stabilire una forte alleanza con il partner, alleanza fondamentale per superare i momenti di difficoltà e le notti insonni, inoltre, bisogna cercare di far fronte alle richieste del bambino senza assecondarle completamente, mettendo da parte il nostro istinto materno: se il bambino, che si trova nel lettino, piange disperatamente per entrare nel lettone, bisognerebbe calmarlo e stargli vicino senza prenderlo in braccio, cullandolo lasciandolo all’interno del lettino, cantando canzoncine e facendogli sentire la nostra vicinanza attraverso la voce.

Inoltre,è importantissimo creare rituali e dare orari precisi: favorire l’addormentamento con luce soffusa,cantando una ninna nanna ad un’orario stabilito e uguale per tutti i giorni della settimana permette al bambino di capire che durante la giornata esistono momenti diversi, tra cui quello della nanna.

Con costanza, nel giro di poche settimane sarà possibile notare piccoli cambiamenti: probabilmente il bambino si sveglierà ancora molte volte a notte però continuerà a dormire nel suo letto permettendovi di riposare qualitativamente meglio e solo in compagnia del vostro compagno.


A cura di Dott.ssa Ilaria Caravati

Bibliografia di riferimento:

“Speciale sonno e cosleeping” Bimestrale per genitori scritto da pediatri, Giugno 2018.

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