Tutti, almeno una volta nella vita siamo stati spettatori della fine di una storia d’amore importante. Può essere stato un nostro amico, un parente, o noi stessi ad aver interrotto una lunghissima storia amorosa che, almeno nelle prime fasi, sembrava predire il perfetto e classico lieto fine. Il lieto fine che durante tutta l’infanzia ci hanno mostrato i cartoni animati, ma che nel giro di qualche anno si è rivelato essere un incubo a cui abbiamo deciso di porre fine.

Oggi vorrei parlarvi di un argomento complicato e proprio per questo motivo non sarà possibile essere esaurienti al 100%. Mi piacerebbe però che leggendo il mio articolo possiate riflettere e magari, chi lo sa, se siete in lite o in crisi con il vostro compagno o compagna, possa aiutarvi a provare altre strade prima di decidere di porre fine a quella meravigliosa relazione.

Essere capaci di provare amore nei confronti di un’altra persona è un dono meraviglioso: ci rende più belli grazie ai meccanismi biochimici che entrano in gioco; siamo più sorridenti e accoglienti nei confronti delle altre persone; abbiamo più energie e siamo più positivi.

Ogni storia d’amore autentica inizia con l’innamoramento:

una fase relativamente breve poichè dura circa 1 anno e mezzo o 2 anni. Durante questa fase ci addormentiamo e ci svegliamo pensando a lui o a lei, desideriamo ardentemente di passare del tempo insieme all’altro, crediamo di aver incontrato la persona con cui passare il resto della nostra vita e quando siamo in sua compagnia ci sembra di vivere in un’universo parallelo dove tutto è perfetto.

Dopo l’innamoramento, però, ci si deve scontrare con la dura realtà: con i difetti dell’altro, le sue mancanze, le sue inadeguatezze. Spesso quindi troncare la relazione sembra molto più semplice rispetto al dover risvegliare la nostra anima guerriera e cercare di ritrovare l’amore vero nei confronti dell’altro stringendo i denti di fronte alle difficoltà.

Come affrontare questa fase della relazione?

Ognuno di noi conosce l’usanza giapponese del Kintsugi: i cocci rotti vengono aggiustati con l’oro, così che l’oggetto sia più bello e significativo di prima mettendone in evidenza i difetti. Proviamo allora, per una volta, a reagire in modo diverso di fronte alle difficoltà in amore, senza pensare cosa farebbero i nostri amici o famigliari nella nostra situazione. Cerchiamo di non farci influenzare dall’idea di “perdenti” che ci potrebbe attribuire la nostra società malata per il fatto di aver perdonato quella persona per l’ennesima volta: male che vada diventiamo più felici!

In che modo il linguaggio può aiutarci nella relazione con il nostro partner?

Qualche giorno fa, ho letto un libro stupendo: “I 5 linguaggi dell’amore” scritto da Gary Chapman. L’autore, sostiene che, come nel mondo esistono tante lingue e dialetti, anche in amore ogni individuo possegga un proprio linguaggio. Nella coppia, perchè le cose vadano bene, non è obbligatorio parlare lo stesso linguaggio d’amore ma capire e accettare quello del nostro partner. I linguaggi individuati da Chapman sono i seguenti:

  • PAROLE DI RASSICURAZIONE: si tratta di complimenti verbali, apprezzamenti espressi a voce o per iscritto, non importa se state da due anni o da venti con un’altra persona, chi parla questo linguaggio avrà sempre bisogno di ricevere rassicurazioni dal proprio partner. Le persone che parlano questa lingua sentono più di altri anche il bisogno di ricevere parole gentili e di essere incoraggiati.
  • MOMENTI SPECIALI: si tratta di un linguaggio che ci riporta alla fase dell’innamoramento e cioè al cercare di passare del tempo di qualità con il nostro compagno nonostante gli impegni settimanali.
  • RICEVERE DONI: a chi non piace ricevere regali? In questo caso, però, per alcuni il dono diventa un vero e proprio linguaggio d’amore perchè chi offre un dono vuol dire che ha pensato a noi, per questo diviene una manifestazione d’amore concreta.
  • GESTI DI SERVIZIO: chi parla questo linguaggio vede nei gesti di servizio come ad esempio prendersi cura della casa o cucinare una buonissima cena per la famiglia la base dell’amore per lui ideale.
  • CONTATTO FISICO: tenersi per mano, abbracciarsi, coccolarsi sono tutte modalità per comunicare amore.

Come dicevo più sopra, sia noi che il nostro partner, possiamo possedere uno di questi linguaggi oppure un dialetto che deriva dall’unione di più linguaggi d’amore. L’importante è riuscire a cogliere il linguaggio d’amore del nostro compagno e quindi rispondergli di conseguenza: se, ad esempio, lui parla il linguaggio d’amore del contatto fisico e noi rispondiamo con il linguaggio dei gesti di servizio è facile che di lì a poco smetteremo di capirci.
In ogni caso, ricordiamoci una cosa importantissima: l’amore viene sempre donato liberamente. L’amore non può essere pretenzioso. Possiamo porre richieste l’un l’altra ma non pretendere mai nulla.

Le domande indirizzano l’amore ma le pretese interrompono il flusso d’amore.

Io sono sicura che, con un po’ di cura e di impegno, qualsiasi legame d’amore possa durare tutta la vita, e voi?


A cura di Dott.ssa Ilaria Caravati

Bibliografia di riferimento:

Gary Chapman, “I 5 linguaggi dell’amore”, Elledici, Torino, 2002.

Un pensiero riguardo “Basta con principi e principesse, diventiamo guerrieri d’amore!

  1. Sono molto d’accordo con lei su vari punti… fatico a capire alcuni punti, forse, ho davvero un sacco di problemi su questo tema, prendo la palla al balzo e magari mi leggo Chapman (lasciando Nardone nel calderone infernale in cui l’ho messo l’ultima volta ). Grazie del consiglio.

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